Jesse Browner - Tutto accade oggi (2011) by admin

autore:admin [admin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2018-05-19T16:00:00+00:00

Lucy si accasciò sul letto, il volto tra le mani. Prese due o tre respiri profondi. «Oh, sei cattivo» disse a voce bassa, e subito Wes seppe, senza possibilità di dubbi o elucubrazioni razionali, che non aveva capito nulla ed era troppo tardi per chiedere scusa. Il cuore prese a battere più forte e si sentì formicolare la pelle del viso, e andò alla scrivania e cominciò a sfogliare tra le sue carte perché non aveva la minima idea di cosa fare o dire. Gli sembrava di essere in un sogno, uno di quei sogni dove all'improvviso ricordi che anni prima hai fatto qualcosa di orribile e te l'eri dimenticato fino a quel momento, tipo hai ucciso uno dei tuoi genitori e l'hai seppellito sotto le assi del pavimento. Sentì Lucy alzarsi dal letto e attraversare lentamente la stanza, e aspettò di udire il rumore della porta che si apriva. Ma poi sentì la mano di lei nella sua, e si girò e Lucy era proprio lì davanti a lui, non piangeva neppure, ma gli occhi erano tutti strizzati come se stesse cercando di guardarlo attraverso una fitta nebbia.

«Permettimi di chiederti una cosa, Wes».

Wes annuì.

«Ti descriveresti come “libresco”?».

«Libresco?».

«Voglio dire, a quanto pare hai un sacco di preconcetti sulla gente, sembra che non sai come ragionino le persone reali, come se tutto quello che sai l'avessi imparato dai libri. Libresco».

«Immagino di sì. Forse. Non lo so».

«Te l'ho detto l'altra notte, non ti ricordi? Ricordi qualcosa dell'altra notte?».

Wes si strinse nelle spalle, troppo traumatizzato per azzardarsi a parlare.

«Sono stata davvero bene ieri, Wes. Eri fighissimo. E, sì, ho pensato che poteva essere carino venire qui e parlarne con te.

Ma il motivo vero è perché volevo chiederti un'altra cosa, una cosa in realtà così semplice che pensavo magari di buttarla lì mentre parlavamo d'altro. E questa cosa è che se casomai tu dovessi volere che succeda ancora dovrai portare i preservativi».

«Preservativi?».

«Profilattici. Voglio dire, credo che non ci saranno problemi, ma non deve ripetersi più».

«Ho pensato... immaginavo...».

«Lo so cosa immaginavi. Ma neanche io prevedevo di perdere la verginità ieri notte».

«La verginità?».

Si aprì la porta, e sulla soglia c'era il padre di Wes.

«Pa', cazzo, perché non...».

«Non ti sembra di aver dimenticato qualcosa, Wesbo?».

«Papà! Sto...».

«Hai dimenticato qualcuno? Tipo tua sorella, magari? Che mi ha appena chiamato in lacrime dal cinema?».

«Merda!».

«Proprio così, merda».

«Aspetta. Ci vado subito».

«Lascia perdere. Ci penso io. Mi rendo conto che hai da fare.

Ma che non si ripeta mai più». E suo padre andò via.

Lucy era alla finestra, guardava fuori. Wes si chiese cosa doveva fare. Se fossero stati in un libro, o anche un film, probabilmente sarebbe andato da lei, l'avrebbe abbracciata da dietro e le avrebbe sussurrato: «Mi dispiace» in un orecchio.

Era questo che lei si aspettava o desiderava? Di primo acchito sembrava la cosa più giusta: scuse sincere, un tentativo di espiazione, l'invito a un'intimità emotiva - una serie ininterrotta di gesti ben riusciti. Ma più ci rifletteva e più si allungava il silenzio tra loro, meno appropriato e adeguato gli sembrava quel gesto.

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